I concessionari stanno avviando il percorso di riduzione delle reti degli apparecchi di intrattenimento. I Monopoli di Stato hanno stabilito, ed imposto, il numero massimo che potrà essere installato nell’intero territorio nazionale.
Quante sono, quindi, al momento, le slot attive in Italia? Come sono distribuite tra i vari concessionari di rete? Andiamo a rispondere a queste domande facendo riferimento ad una recente stima di settore basata sui dati derivanti dai vari operatori.
L’ADM ha comunicato che le slot autorizzate all'esercizio al 31 dicembre 2016, data presa come riferimento dal decreto di riduzione sulla quale calcolare le due percentuali di riduzione, erano circa 407 mila ovvero 407.080 unità. Secondo le ultime stime, il numero di quelle effettivamente attive, ossia quelle che raccoglievano giocate nei pubblici esercizi alla stessa data, erano circa 355 mila. Attualmente quelle installate nei locali sarebbero circa 365mila, al 31 settembre 2017, data in cui sono state eseguite le rilevazioni.
Classifica concessionari di rete
In testa alla classifica degli 11 concessionari di rete (scaturita dalle recenti acquisizioni in base alle quali è avvenuta la fusione tra le due società Snai e Cogetech, e di Gamenet con Intralot Gaming Machines), in termini di apparecchi collegati, troviamo Lottomatica Videolot con poco più di 59 mila macchine attive sulla propria rete (per una quota di mercato che supera il 16%). Segue Snaitech con approssimativamente 54.800 slot (15%). Al terzo posto Global Starnet, ex Bplus, che conta più di 49.700 apparecchi (13,6%del mercato), seguita dal gruppo Gamenet con oltre 42.400 macchine (11,6%); Sisal con circa 33.600 slot, Hbg con più di 31.600, Admiral con oltre 26.500 e Codere con circa 21mila, Nts Network con oltre 18mila, NetWin Italia con oltre 15.700 e Cirsa Italia con più di 12.600. Legge di Bilancio 2018: proroga delle concessioni per il bingo e le scommesse sportive
In questi giorni l’Esecutivo sta lavorando alla stesura dell’ultima bozza della legge di Bilancio 2018
Secondo alcune informazioni, confermate anche dai media, per il prossimo anno questa vedrà l’introduzione di una proroga onerosa delle attuali concessioni per il Bingo e le scommesse sportive, fino al 31 dicembre 2018. Entro tale termine l’ADM dovrà avviare il bando di gara per il rilascio delle nuove licenze: per quanto riguarda il bingo le entrate erariali vedranno un incremento di 73 milioni di euro; in riferimento alle scommesse sportive, le entrate saranno pari a 410 milioni di euro.
Per la proroga delle licenze nel segmento del Bingo, i concessionari dovranno pagare una quota mensile 7.500€, invece degli attuali 5.000€ per ogni mese o frazione di mese superiore a 15 giorni e 3.500€ (invece di 2.500€) per un periodo inferiore a 15 giorni.
Si prevedono inoltre modifiche riferite ai concessionari di scommesse sportive, ippiche e non sportive, compresi gli eventi simulati. Da quanto riportato nella bozza, le attuali concessioni verranno prorogate al 31 dicembre 2018 a fronte del versamento di 6.000€ per ogni agenzia e 3.500€ per ogni corner.
Durante la Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti locali, tenutasi lo scorso 7 settembre, che ha visto raggiunta l’intesa sulla riforma del settore dei giochi, è stato affrontato il tema riferito alla distribuzione sul territorio nazionale degli apparecchi da gioco e dei punti vendita. Le Regioni dovranno perciò adeguare le proprie leggi in termini di dislocazione delle agenzie entro il 30 aprile 2018.
Sulla Gazzetta Ufficiale della scorsa settimana è stato pubblicato il decreto-legge secondo il quale l’ADM ha autorizzato la proroga delle concessioni riferita alla raccolta di lotterie istantanee nazionali, misura che garantirà al bilancio statale 50 milioni di euro per il 2017 e altri 750 milioni per il 2018.
Incremento della tassazione sulle scommesse sportive
Secondo quanto riferiscono alcuni media, il governo sta esaminando l’introduzione di una misura che riguarda il settore delle scommesse, ossia l’incremento della tassazione sul margine. Si stima che le imposte cresceranno dal 18% al 19% per le scommesse effettuate nella rete fisica e dal 22% al 23% per le scommesse online.
Nel frattempo, Paddy Power, uno dei più popolari bookmakers operante in Italia, ha annunciato di aver rinunciato alla sua concessione di gioco online (in scadenza) e che chiuderà le proprie attività nel nostro paese. La notizia è giunta poco dopo l’annuncio dell’aumento delle imposte sulle scommesse sportive, anche se si ritiene che il motivo principale è legato alla fusione dell’operatore con Betfair, avvenuta lo scorso anno. Sebbene l’aumento dell’aliquota non rappresenta il principale motivo legato alla decisione di Paddy Power, molto probabilmente, questo, avrà un impatto negativo anche su altri operatori dell’industria del gioco.
Secondo dati ADM, nel 2016 il settore delle scommesse sportive ha generato una spesa (giocate meno le vincite) pari a 1,13 miliardi di euro. Il segmento ha portato all’ erario (imposizione fiscale sui giochi) 227 milioni di euro e il fatturato della filiera (differenza tra spesa e erario) è stato pari a 904 milioni di euro.