Il riordino del gioco d'azzardo continua a tenere banco. Il Governo sta mettendo a punto diversi passaggi che giudica fondamentali per presentare una legge ad hoc. Nello schema del decreto legislativo che sta prendendo forma sono stati riportati gli articoli che più impattano sul comparto del gioco online. Tuttavia, ci sono ancora dei punti che suscitano dubbi e perplessità tra gli addetti ai lavori.
I punti salienti del nuovo decreto legge
Il primo passaggio del decreto-legge di riordino in materia d'azzardo è quello ormai noto a tutti sui costi di concessione. Questi ultimi saranno pari a sette milioni di euro per ogni concessione richiesta, fermo restando il limite massimo di numero cinque concessioni richiedibili per singolo gruppo societario.
Un altro punto che è considerato un caposaldo della nuova riforma è quello inerente alle opere di monitoraggio che dovranno essere messe in atto dai concessionari. Per aumentare la protezione verso i giocatori, dunque, bisognerà inserire nei siti di gioco contenuti obbligatori di informazione sul gioco problematico e sugli strumenti offerti di prevenzione e supporto, oltre che strumenti di esclusione e di autoesclusione per un arco temporale definito. Quest'ultimo è già presente in molti siti, ma andrà potenziato subordinando la riammissione a specifici ed efficaci test di superamento della problematicità. Inoltre, il decreto-legge prevederà l'attivazione di canali di contatto a disposizione dei giocatori per la divulgazione del gioco responsabile, oltre alla formazione obbligatoria degli operatori di call center. Questi ultimi dovranno essere in grado di aiutare i giocatori desiderosi di assumere comportamenti di gioco responsabile.
C'è però una parte del decreto-legge che sta già suscitando diverse polemiche tra gli addetti ai lavori, ovvero quella che prevede l'obbligo per il concessionario di investire annualmente una somma pari allo 0,2% dei suoi ricavi netti, comunque non superiore a euro 500.000,00 per anno, in campagne informative sul gioco responsabile. Gli operatori, pur essendo concordi nella necessità di combattere il gioco illegale, temono che, per arrivare a tale scopo, si finisca per penalizzare nuovamente il settore dell'azzardo.
Le opinioni degli addetti ai lavori sul nuovo decreto-legge
Nel corso della conferenza denominata, «Gioco legale: regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e diritto», promossa dall’Istituto Milton Friedman, diversi esperti del settore hanno detto la loro sul nuovo decreto-legge promosso dal Governo in materia di azzardo.
Antonio Giuliani, direttore Ufficio scommesse e giochi online di ADM, si è detto favorevole al riordino che giudica «fondamentale perché ci mette nelle condizioni di dettare le regole per i prossimi nove anni. Regolamentare adesso per i prossimi nove anni è sicuramente un compito difficile, ma è questo il momento in cui dobbiamo gettare le basi sia per il gioco fisico sia per l’online in una modalità multichannel». Per Giuliani il vero problema attualmente è che «si fa ancora fatica a capire la differenza tra legale e illegale». Secondo il direttore Ufficio scommesse e giochi online di ADM, «Solamente tramite un accordo tra Stato e Regioni si potrà arrivare a una regolamentazione, questa è la strada maestra. Il gioco illegale sta diventando immanente e la collaborazione degli stakeholders è fondamentale».
Stefano Vaccari (PD-IDP), segretario di presidenza ci ha tenuto a sottolineare come «Il comparto del gioco rappresenta una delle realtà più estese dell’economia italiana e quindi necessita di risposte adeguate».Vaccari ha ammesso che la stratificazione normativa che il settore ha vissuto dal 2003 non ha fatto altro che complicare la vita delle imprese che operano nel settore dell'azzardo, senza per questo risolvere il problema legato alo gioco patologico. Per questo morivo «l'obiettivo deve essere quello di rafforzare gli argini verso la criminalità e innalzare la qualità dell’offerta».
In particolar modo, Vaccari ha puntato il dito contro la tassazione giudicata troppo alta nei confronti del settore, mentre sulla questione ludopatia ha dichiarato: «Sembra che venga declinato sulla responsabilità del singolo giocatore e ciò è un errore molto grave». Per questo ha auspicato «che il Governo ascolti gli operatori di categoria e faccia fare un confronto anche all’interno del Parlamento con le opposizioni».
Infine, sulla questione si è espresso Geronimo Cardia, presidente di Acadi Confcommercio (Associazione concessionari di giochi pubblici). Secondo la sua opinione «La lotta all’illegalità rappresenta una priorità per tutto il comparto del gioco pubblico» e per contrastare questo fenomeno l'unico mezzo è «La presenza dell’offerta pubblica di gioco sia sui territori che sul web, insieme a misure di repressione realizzate dalle Autorità regolatorie ed investigative» L'essenziale, secondo Cardia, è non finire per penalizzare il settore dell'azzardo per cercare di risolvere la situazione dell'illegalità, dato che «Se la rete generalista del territorio viene ulteriormente ridotta, compressa, tassata, si fa un favore alle mafie».