ABRUZZO
L’Abruzzo è una delle regioni italiane a più alto tasso di concentrazione di esercizi con questo tipo di dispositivi, installati nei bar o nei cosiddetti mini-casinò: il 5% del reddito procapite regionale, pari a metà dello stipendio medio annuale percepito da ogni persona (776 euro), finisce nelle casse di videolottery e slot machine. L’Abruzzo con 243 euro di spesa procapite annua si piazza al 12° posto della classifica italiana. Recentemente la Giunta Regionale ha approvato un progetto di legge per contrastare la ludopatia e la dipendenza da gioco. L’obiettivo, secondo l’opinione delll’assessore regionale alle Politiche Sociali Paolo Gatti, è quello di prevenire la diffusione della malattia da gioco attraverso un’innovazione legislativa i cui effetti farebbero dell’Abruzzo una No play zone, ovvero una Regione a bassa densità di sale da gioco. Tra le norme previste dal decreto regionale vi è anche un sistema di agevolazioni e aggravi dell’aliquota Irap, in modo da premiare gli esercenti che dismetteranno le apparecchiature per il gioco e che penalizzerà pesantemente gli esercizi in cui sono installate le slot.
BASILICATA
Nonostante le dimensioni ridotte della Regione, New Slot e Vlt sono ampiamente diffuse nel territorio lucano. Questa tipologia di gioco, molto diffusa nei bar dei piccoli centri urbani come tutto il sud Italia, la fa da padrone rispetto alle Lotterie nazionali, al lotto e alle scommesse sportive.
Sale a nove il numero delle regioni italiane che hanno dichiarato guerra aperta a tutte le forme di slot. Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato recentemente all’unanimità la proposta sulla prevenzione e riduzione del gioco d’azzardo patologico. Il provvedimento, presentato da tre consiglieri di centrosinistra prevede il blocco dell’apertura per sale giochi a meno di 500 metri da luoghi sensibili e il divieto di attività pubblicitaria per le sale. A ciò si aggiunge una riduzione notevole dell’Irap per gli esercizi che decidano di non installare o rimuovere le slot.
CALABRIA
I dati relativi alla Calabria per quanto riguarda volumi di gioco e spese pro capite ripercorrono le orme dell’Abruzzo e le tendenze della Basilicata. Lo scorso mese è stato presentato, a Reggio Calabria, un’interessante indagine svolta da Fipac Confesercenti, che evidenzia come nella regione tutte le nuove forme di new slot siano particolarmente amate dai 393mila over 65. In Calabria, gli anziani vittime del gioco sono 60 mila, di questi 48 mila sono problematici, mentre 12 mila sono malati patologici. Dall’altro lato, la nuova manovalanza della ndrangheta sta guardando con interesse al settore dei giochi, che globalmente riesce a muovere circa 4 miliardi di euro. I clan, sfruttando le debolezze dei giocatori problematici affetti da ludopatia, stanno incrementando esponenzialmente gli introiti dell’usura finalizzata al gioco d’azzardo, circa 750 milioni.
CAMPANIA
La Campania è storicamente una delle culle del gioco d’azzardo in Italia e si piazza al 5° posto nella spesa pro capite annua in slot machine e vlt.
Tra i molteplici aspetti legati al gambling che caratterizzano questa regione, in questa guida abbiamo voluto dare risalto ad un particolare dato. La Regione si trova in testa alla classifica del gioco d’azzardo minorile con il 57,8% degli studenti giocatori, contro la media nazionale del 47,1% dei giovani delle scuole medie superiori. E’ quanto emerge dalla relazione annuale 2013 del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Campania, redatta da Cesare Romano, sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Campania. Un dato che dimostra quanto queste tipologie di gioco siano amate dai più giovani sempre alla ricerca di adrenalina e emozioni forti, e di mezzi potenzialmente capaci di raddoppiare la paghetta settimanale dei genitori. A contribuire in maniera determinate al boom ci hanno pensato le piattaforme di gioco disponibili online, frequentatissime e considerate un vero e proprio must per decine di migliaia di giovani campani quasi ‘dipendenti’ dalla Rete.
EMILIA-ROMAGNA
Al terzo posto assoluto nella spesa procapite annua per giocatore spicca l’Emilia Romagna. In Emilia-Romagna, l’anno passato, il gioco d’azzardo ha prodotto un fatturato globale di circa 6 milioni di euro e ha comportato l’assistenza di 1.102 persone da parte dei SerT delle Aziende Usl, soprattutto nella fascia compresa tra i 40 e i 50. Un dato, questo, fortemente in crescita rispetto al passato. Molti psicologi dell’Usl hanno interpretato questo dato mettendolo in relazione all’elevato numero di pazienti in psicoterapia che rientrano in questa fascia d’età nei principali capoluoghi della Regione. Gli esperti della Regione stimano, inoltre, che i giocatori totali siano circa 10mila. Nel territorio ci sono 21 Sale Bingo, 562 punti vendita concorsi pronostici, 2.843 punti vendita per giochi a totalizzatore, come win for life e superenalotto, 290 luoghi di scommesse ippici, 404 luoghi di scommesse sportivi , 2.457 ricevitorie del lotto, 4.749 punti vendita lotterie. In totale sono 31.631 le slot machine in 7.244 esercizi e 4.870 le videolottery in 404 sale.
FRIULI VENEZIA GIULIA
I dati del Friuli Venezia Giulia sono piuttosto simili a quelli registrati in Calabria. Nonostante le differenze culturali e geografici, la distribuzione dei piccoli centri e le tendenze di gioco dei residenti sono pressoché analoghe. Il fenomeno maggiormente in crescita – è emerso nel Palazzo della Regione di Udine durante un convegno curato dall’Osservatorio delle dipendenze Fvg – è quello del gioco d’azzardo, ma i numeri sono nettamente piu’ bassi rispetto a quelli delle altre regioni dello Stivale: la frequenza è triplicata rispetto al 2011. Nel dettaglio, dei 335 trattamenti nel corso del 2013, si contano 160 nuovi utenti, con una percentuale superiore al 70% per il genere maschile e un’incidenza più alta nelle fasce d’età tra i 40 e i 59 anni. Al fine di limitare la diffusione del fenomeno, il governo regionale ha recentemente approvato la norma che regola la distanza dai luoghi sensibili per la nuova collocazione di apparecchi per il gioco di azzardo lecito.
LAZIO
La regione Lazio occupa il secondo posto globale nella spesa procapite annua, superata sola dalla Lombardia. Nonostante il gap sia praticamente il doppio, le new slot sono uno dei fenomeni di tendenza maggiormente in voga tra i giocatori laziali.
Il profilo medio del giocatore è maschio, over 50, con licenza media e sposato con figli. E’ questo l’identikit che emerge dall’indagine realizzata dal Centro italiano di solidarietà di don Mario Picchi sul tema delle dipendenze dal gioco nella Capitale. Nell’80% dei casi il gioco favorito è la macchinetta slot (videolottery-vlt), mentre il Gratta e vinci e le scommesse sportive si attestano sul 18%, e al 2% tutte le altre tipologie di giochi. I dati sono stati raccolti dal 2011 fino al mese giugno 2014, grazie all’attività svolta dal Ceis nella capitale e nell’hinterland romano. Il numero di donne colpite da azzardopatia è fortemente in crescita, anche se il gentil sesso fa ha ancora difficoltà a richiedere l’aiuto di centri specializzati. In aumento anche il numero di richieste d’aiuto provenienti da cittadini dell’Europa dell’Est (romeni, moldavi, ucraini). La maggiore parte delle persone accolte è sposata con figli. Segno della globalizzazione del gioco.
LIGURIA
Il casinò di Sanremo è uno dei fiori all’occhiello del gambling terrestre in Italia. La recente crisi della struttura ospitata dalla Città dei Fiori e le tassazioni imposte dal governo alle società partecipate, hanno messo a dura prova la nota sala da gioco. Negli ultimi tempi, il cda sta attuando una nuova strategia di marketing basata su eventi e turismo per cercare di rilanciare uno dei simboli del gioco in Italia.
A non risentire invece della crisi sono le new slot e le vlt presenti al di fuori del casinò. Annualmente i liguri spendono una media di 278 euro, che rientra ampiamente nella media nazionale tra raccolta globale e spesa complessiva per giocatore.
A differenza delle altre regioni d’Italia i movimenti no slot sono meno diffusi, anche perché la storica presenza del Casino di Sanremo rappresenta sia a livello locale che regionale, una risorsa per lo sviluppo e l’incremento dei flussi turistici nella Riviera ligure.
LOMBARDIA
La Lombardia è la capitale del gioco d’azzardo e, di conseguenza, nel consumo di new slot e vlt. I numeri sono pazzeschi: un volume da 10 milioni di euro all’anno e una spesa pro-capite per giocatore che sfiora i 2000 euro. Un caso su tutti è quello di Pavia, ribattezzata dal New York Times come la Las Vegas di Italia. Nella città nota per uno dei più antichi atenei universitari, ke slot e i video poker si possono trovare nei bar e nelle tabaccherie, nei supermercati, nelle stazioni di servizio. C’è una densità demografica impressionante pari ad una slot ogni 104 abitanti. Non è l’unico record di Pavia. I pavesi sono quelli che in Italia spendono di più come puntata massima: 2900 euro. Ed è anche da record la spesa annua pro capite per giochi e scommesse: 1634 euro.
Il volume di gioco esorbitante e il numero elevato di giocatori patologici ha innescato una lotta acerrima tra associazioni no slot sostenute da politici locali e l’Agenzia dei Monopoli e delle Logane. Dal governo regionale lombardo sono arrivate le prime proposte di legge per la distanza dai luoghi sensibili e per gli sgravi fiscali a favore degli esercenti che nei prossimi mesi elimineranno dai propri locali le cosiddette ‘macchinette’.
MARCHE
Malati di sesso, ma anche di gioco d’azzardo. Nonostante i numeri rispecchino la media delle altre regioni italiani, le Marche possiedono delle Las Vegas in miniatura. Tra tutte spicca la provincia di Ascoli Piceno, all’ottavo posto nella classifica Istat delle dimensioni dei mini-casinò per abitante nel 2013. Il dato puntuale è frutto di una tendenza maggiormente sviluppato nel Piceno rispetto alle altre aree delle Marche, meno ‘dipendenti’ dalle nuove modalità di gioco offerto dalle slot 2.0. Numeri nettamente inferiori che sono relazionati alla minora densità per abitante rispetto ad Ascoli. Anche nelle Marche recentemente sono state messe in atto proposte di legge per cercare di limitare i casi di azzardopatia legati al gioco e, principalmente, alle macchinette.
MOLISE
Il Molise è la regione con la più alta percentuale di giocatori d’azzardo in Italia, un dato che supera anche quello della Campania, regione che per cultura e tradizione è sempre in vetta alle classifiche. Il Molise di conseguenza primeggia anche nella classifica con soggetti affetti da gambling (dipendenza dal gioco e scommesse). I gambler molisani sono il 13 per cento totale della popolazione della regione. Numeri spaventosi, se si pensa che il Molise è popolato da poco più di trecentomila anime. Cassintegrati come liberi professionisti: il fenomeno è trasversale e spesso degenera in patologia. La conferma arriva dai responsabili dei Sert, dove oltre alle dipendenze da droghe e alcol ora si cura anche il gambling. La passione per il gioco si mescola ad alcune piaghe di una delle regioni più povere d’Italia, in cui la disoccupazione giovanile e le difficoltà di impiego spingono le fasce deboli verso il guadagno facile, parametro non garantito da nessuna tipologia di gioco, soprattutto da new slot e videolottery. Da qualche mese sono state approvate alcune legge regionali per contrastare il fenomeno delle ludopatia.
PIEMONTE
La città di Cuneo si trova al settimo posto in Italia nella classifica speciale dei comuni con più di 50 mila abitanti per dimensione degli esercizi dedicati al gioco d’azzardo con Newslot e Videolotteries in rapporto ai residenti (superficie in metri quadri per 10 mila abitanti). Questo conferma come il Piemonte, a livello globale, sia una delle regioni d’Italia in cui il gambling ha attecchito in tutte le sue forme. Ammonta, invece, a 770 euro la spesa procapite annua per giocatore a new slot e videolottery, numeri che posizionano la regione governata da Chiamparino al top in Italia. Per contrastare l’ascesa nei casi di ludopatia, il governo regionale attuerà a partire del primo gennaio 2015 una legge che prevede (come già visto in altre regioni) degli sgravi fiscali in tema di Irap.
PUGLIA
La Sardegna vive una profonda crisi economica. Ma il gioco d’azzardo è un’attività che i sardi apprezzano tanto. Tra tutte spiccano gli abitanti di Sassari che detengono il poco invidiato primato per consumo di gioco d’azzardo in Sardegna e si issano al quarto posto della classifica nazionale, davanti a città metropoli come Roma e Napoli. Ma quali sono i fattori che spingono il popolo sardo al gioco d’azzardo in tutte le sue forme? La risposte viene da realtà simili come quelle di Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglie, regioni povere in cui la disoccupazione e i problemi a livello lavorativi spingono giovani, cassa integrati e imprenditori in difficoltà alla ricerca di guadagni rapidi e immediati. A ciò si aggiunge un radicamento del gioco insito nelle abitudini dei frequentatori dei bar, principali luoghi di associazione.
SARDEGNA
La Sardegna vive una profonda crisi economica. Ma il gioco d’azzardo è un’attività che i sardi apprezzano tanto. Tra tutte spiccano gli abitanti di Sassari che detengono il poco invidiato primato per consumo di gioco d’azzardo in Sardegna e si issano al quarto posto della classifica nazionale, davanti a città metropoli come Roma e Napoli. Ma quali sono i fattori che spingono il popolo sardo al gioco d’azzardo in tutte le sue forme? La risposte viene da realtà simili come quelle di Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglie, regioni povere in cui la disoccupazione e i problemi a livello lavorativi spingono giovani, cassa integrati e imprenditori in difficoltà alla ricerca di guadagni rapidi e immediati. A ciò si aggiunge un radicamento del gioco insito nelle abitudini dei frequentatori dei bar, principali luoghi di associazione.
SICILIA
I giocatori più incalliti, come abbiamo visto in precedenza, sono quelli residenti in Molise con il 57%, seguiti dalla Campania con il 51,6%%, e proprio dalla Sicilia 50,7%. New slot e videolottery hanno un volume di gioco globale vicino a 2 milioni di euro, mentre la spesa media procapite per giocatore sfiora i 400 euro. Come in molte altre regioni italiane, anche in Sicilia i dati dimostrano come il numero complessivo dei giocatori patologici assistiti dai Sert nell’arco di un solo sia quasi raddoppiato passando dal 2,5% a quasi il 5% del totale degli assistiti nello stesso periodo di tempo. Le situazioni ambientali sono pressoché identiche a quelle delle regioni meridionali, ma alcuni esponenti del governo Regionale siciliano stanno portando avanti una battaglia per la regolamentazione e costruzione di due casinò terrestri in modo da rilanciare i flussi turiitici che sono diminuiti in maniera notevole nelle ultime stagioni. Una situazione in netta controtendenza rispetto alle politiche no gambling adottate da altre regioni italiane.
TOSCANA
Toscana ‘La Mecca’ del gambling. La regione è tra i principali territori per concentrazione di “macchinette”: Massa è addirittura la capitale italiana dei mini-casinò ma anche a Prato, Lucca e Pisa la diffusione delle slot machine è molto alta e la propensione al gioco addirittura preoccupante.
A Massa l’offerta di gioco d’azzardo non ha eguali in Italia. Secondo i dati Aams elaborati dalla redazione del Tirreno, in nessun’altra provincia del Belpaese il rapporto tra i cosiddetti mini-casinò autorizzati e abitanti è così alto: ce ne sono una trentina per una popolazione di circa 200mila abitanti, quindi ogni 10mila residenti ci sono 1,45 “esercizi dedicati”. Nessuno fa meglio e, anzi, per dare un’idea della solidità del primato, le altre province italiane seguono a rispettosa distanza. Se, per esempio, dal numero di locali dedicati alle macchinette si passa alla loro superficie, ovvero allo spazio a disposizione dei cittadini per praticare questa forma di intrattenimento, si scopre che la provincia di Prato è seconda in Italia. Con 155,7 metri quadrati di mini-casinò per 10mila abitanti a disposizione dei residenti, si piazza subito alle spalle della provincia di Sondrio (174,3 metri quadrati per 10 mila residenti).
TRENTINO ALTO ADIGE
All’ultimo posto nazionale tra i giocatori incalliti spicca il Trentino Alto Adige, da sempre regione che con le culture e tradizioni del popolo italiano ha poco in comune. Il volume globale di gioco alle “macchinette” è inferiore al milione di euro, mentre la spesa procapite annua si aggira attorno ai 175 euro. I dati bassi si inquadrano in una situazione economica migliore rispetto ad altre regioni, grazie soprattutto ai vantaggi forniti dallo statuto autonomo. Tuttavia, negli ultimi anni si sta riscontrando una crescita nelle spese in slot, vlt e lotterie, segno che il fenomeno sta lentamente prendendo piede anche in questa regione. La testimonianza diretta viene da Bolzano al 10° posto globale in Italia tra i comuni con più di 50 mila abitanti per dimensione degli esercizi dedicati al gioco d’azzardo con Newslot e Videolotteries in rapporto ai residenti.
UMBRIA
717mila euro spese tra new slot e videolottery e una spese procapite di 140 euro annue. Questi sono i dati sensibili di una regione che vede la provincia di Terni come uno degli hot spot del gioco d’azzardo in Italia, soprattutto nella distribuzione di mini-casinò nel territorio. Al fine di limitare la crescita del fenomeno ludopatico, conseguenza non dipendente strettamente dal gioco, la Regione ha emanato una legge di contrasto al gioco d’azzardo legale. Pilastri del testo sono la prevenzione dell’insorgere di dipendenza da azzardo, il sostegno alle persone entrate nella dipendenza e alle loro famiglie attraverso un aiuto da parte delle strutture sanitarie, l’istituzione di un numero verde a cui segnalare le problematiche (sarà gestito dal servizio dipendenze di Foligno), il coinvolgimento e la formazione di associazioni e operatori del settore, l’informazione il più diffusa possibile a cominciare dalle scuole, la distanza di almeno 500 metri delle sale da gioco da scuole, centri per anziani e altre strutture vulnerabili: sono previste sanzioni da 5 mila a 15 mila euro, nonché chiusura delle sale da gioco o sigilli agli apparecchi per chi non rispettasse queste misure.
VALLE D’AOSTA
Circa i tre quarti della spesa sostenuta per il gioco d’azzardo legalizzato in Valle d’Aosta è assorbita dalle slot machines. Lo rivela il “Libro blu” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Per gli apparecchi (comprende Newslot, VLT e comma 7), la raccolta nel 2013 è stata di 91 milioni di euro contro i 101 milioni del 2013 e le vincite riportate dal Libro Blu sono state pari a 72 milioni. Per lotterie e lotto sono stati spesi dai valdostani rispettivamente 22 e 11 milioni, come l’anno precedente, con vincite, nell’ordine, per 17 e 7 milioni. Un milione le puntate per i giochi a base ippica, la metà dell’importo complessivo per le scommesse sportive e gli altri giochi a base sportiva. Per Superenalotto, Winforlife, Eurojackpot e simili la spesa è invece passata a 3 milioni dai 4 del 2012.
Nel complesso i volumi di gioco hanno toccato quota 130 milioni contro i 141 registrati dai Monopoli nel 2012, un dato in descrescita che è in linea con il resto d’Italia.
VENETO
Un volume complessivo annuale superiore ai 4 milioni di euro e una spesa procapite che raggiunge gli 850 euro. Il Veneto è una della regioni più gambling-friendly d’Italia, come dimostrano i dati forniti dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane. Rovigo e Verona sono alcune delle Las Vegas del nord-est, a causa della diffusione massiccia di new slot e videolottery per abitante. La presenza massiccia di strutture adibite al gambling terrestre è indice anche di un numero crescente di casi di azzardopatia, fenomeno relazionato inoltre alla crisi economica che ha colpito il settore industriale e delle piccole medie imprese nella Regione. Il governo del Carroccio ha già intrapreso attività legislative e formative per arginare una piaga in crescita sul tutto territorio regionale.