Generale

La religione. Un freno alla ludopatia?

Il rapporto tra religione e gioco è stato analizzato raramente in sociologia e nelle altre discipline ad essa relazionate. Solo in pochi casi, è stato rilevato che l’attaccamento alla religione, diminuisce la pratica ludica. Gli ultimi sondaggi dimostrano che far parte di una con
La religione. Un freno alla ludopatia?

Il rapporto tra religione e gioco è stato analizzato raramente in sociologia e nelle altre discipline ad essa relazionate. Solo in pochi casi, è stato rilevato che l’attaccamento alla religione, diminuisce la pratica ludica. Gli ultimi sondaggi dimostrano che far parte di una congregazione religiosa o semplicemente recarsi con assiduità in chiesa riduce attivamente la probabilità che il gioco si converta in un problema.

Alcuni predicatori degli Stati Nord Americani più fedeli sono convinti che gli effetti persuasivi della fede possono contribuire a scoraggiare le persone e allontanarle da ciò che è considerato un vero e proprio male: il gioco d’azzardo.

Uno studio dal titolo Predictors of Problem Gambling in the USA, pubblicato sul Journal of Gambling Studies, ha dimostrato che gli uomini di età compresa tra i 31 e i 40 anni, le persone di colore e quelle meno istruite, hanno presentato i sintomi più gravi di gioco d'azzardo patologico. Anche i residenti dei quartieri meno abbienti hanno presentato gli stessi gravi sintomi, ma tra questi, coloro che partecipavano ai riti religiosi con più assiduità, presentavano meno problemi, a prescindere dalla credenza religiosa professata.

Lo studio ha dimostrato che la devozione e la fede possono contribuire a indurre la gente a non giocare in modo compulsivo, situazione in contrasto con le decisioni di molti governi locali alla ricerca di nuovi modi per incrementare le entrate fiscali a partire dalla legalizzazione dei casinò e delle scommesse.

I leader religiosi, soprattutto in luoghi come Alabama o Utah, ritengono che l'industria del gioco esercita una maggiore influenza e ha più conseguenze negative sulle persone più vulnerabili della società. Nel frattempo, questo studio, condotto a livello nazionale, ha dimostrato che le persone che partecipano ai riti religiosi più spesso presentano meno sintomi relazionati alla ludopatia, come chiedere prestiti di denaro per giocare o perdere più di ciò che la persona possa permettersi.

Un secondo studio che ha analizzato i diversi effetti della fede sui giochi da casinò, gambling online e lotterie, ha rilevato che far parte di una congregazione religiosa o semplicemente andare spesso in chiesa, generalmente riduce la probabilità che il gioco d'azzardo si converta in un problema. I ricercatori hanno spiegato che le persone che si occupano di diffondere gli insegnamenti divini ritengono che il gioco d'azzardo è una “questione faustiana” e che la religione rappresenta la strada che contribuisce a migliorare lo stile di vita dei giocatori.

Vale la pena notare che quasi tutte le religioni si oppongono al gioco, sostenendo che è uno dei peggiori mali della società. Ad esempio, il Corano insegna che "il piano di Satana è quello di eccitare, indurre, e generare odio tra voi con bevande alcoliche e giochi d'azzardo, che vi impediscono di ricordare il Signore con la forza della preghiera".

Nel 2012, la Chiesa Metodista Unita ha dichiarato che "il gioco rappresenta una minaccia per la società, un pericolo per la vita morale, sociale, economica e spirituale”.

La ricerca ha dimostrato che in coloro che partecipavano settimanalmente o con maggior frequenza a riti religiosi, si rilevavano meno disturbi relazionati al gioco d'azzardo. "Le persone che frequentano assiduamente la chiesa sono meno propense a ricadere nei modelli antisociali del gioco problematico", hanno sottolineato i ricercatori del Buffalo State College di New York. Per molte persone, considerare la fede come parte fondamentale della vita è l'unico modo per allontanarsi dal vizio del gioco. I ricercatori hanno notato che, in generale, esistono vari modi in cui il culto religioso può scoraggiare l'abitudine del gioco.

"In breve, trascorrere del tempo nelle congregazioni religiose significa averne di meno per recarsi in un casinò o dedicarsi al gioco. Integrarsi nella vita delle istituzioni religiose rende meno inclini a rischiare di essere visti come un giocatore che acquista i biglietti della lotteria. Anche la dedizione al gioco d'azzardo online, sembra ridimensionarsi quando le persone si concentrano sulla religione”, hanno dichiarato i ricercatori dell’University of Arizona.

L'Università dello Utah ha studiato le risposte cerebrali di 19 mormoni devoti esposti a preghiere e sermoni preparati dalla Chiesa per evocare sentimenti spirituali. E’ stata riscontrata un'attivazione riproducibile nel nucleo accumbens, la regione del cervello associata con la ricompensa e il piacere.

Secondo alcune analisi condotte ricorrendo alla risonanza magnetica funzionale, la connessione tra le esperienze spirituali e i circuiti di ricompensa del cervello suggeriscono che la formazione religiosa può essere considerata come una sorta di condizionamento classico legato alla sensazione di ottenere ricompense.

"L'associazione di feedback positivo, musica e ricompense sociali con le credenze o dottrine religiose, può far sì che queste diventino intrinsecamente gratificanti", ha affermato l'autore principale dello studio Jeffrey S. Anderson. "Questi stessi meccanismi possono aiutare a spiegare l'attaccamento ai leader religiosi e ai loro ideali. Può capitare che una donna luterana in Minnesota e un seguace dell’ISIS in Siria possano sperimentare gli stessi sentimenti nelle stesse regioni del cervello anche se si tratta di sistemi di credenze completamente diverse, con conseguenze sociali diseguali", ha spiegato Anderson. "Sappiamo che questa regione del cervello si attiva anche durante l'ascolto della musica, l’esperienza dell'amore romantico e la vincita al gioco d'azzardo".

Lamberto Rinaldi

Ruolo: Content Writer
Esperienza: 10+ Anni
Specializzazione: Articoli Blog/Analisi
Giornalista pubblicista. Di giorno prof di lettere, di notte freelance. Scrivo di calcio e Roma su "Il Catenaccio", di cultura, ambiente e sport per "Il Nuovo Magazine" e "Stampa Critica", ho condotto "Super Santos" sulle frequenze di Active Web Radio.

Questo website utilizza cookie

Utilizzando il nostro sito web, si acconsente all'uso dei cookie anche di terze parti. Per saperne di più, leggi il documento Utilizzo dei Cookies.