Distanziometro attivo da agosto in Lazio: a Roma solo lo 0,07% del territorio potrà offrire gioco legale
La vigente normativa sul gioco pubblico è frammentaria e disomogenea, anche a causa di provvedimenti singolarmente intrapresi dagli enti locali, come regioni e comuni. Si tratta di una circostanza ben nota e infatti nel settore è sempre più fremente l'attesa della nuova Legge Delega sul riordino del gioco pubblico, che il Sottosegretario al MEF con delega ai giochi, Federico Freni, confida possa passare al vaglio del Consiglio dei Ministri entro l'estate.
Potrebbe però essere troppo tardi per alcune attività la cui fatturazione è strettamente connessa al gioco legale e che presto potrebbero vedersi costrette a chiudere o a dover affrontare una sostanziosa riduzione dei propri incassi.
Salvo dietrofront dell'ultim'ora, infatti, nella Regione Lazio, dal 28 agosto 2022 entrerà in vigore il distanziometro per gli esercizi generalisti, con effetto retroattivo. Questo significa che tali attività non potranno trovarsi a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, così come identificati dal "Decreto Balduzzi", in quanto non ne sono stati aggiunti altri (come invece è accaduto per altre regioni): luoghi di culto, strutture sanitarie e ospedaliere, istituti di istruzione primaria e secondaria, centri socio-ricreativi e sportivi. E l'effetto retroattivo implica che anche gli esercizi preesistenti alla normativa introdotta debbano sottostare a questa restrizione.
A rischio l'85% di bar e tabaccherie e il 91% delle sale specializzate
Com'è facile immaginare, i concessionari di gioco pubblico hanno cercato di far sentire la propria voce, scrivendo al Direttore dei Giochi dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Stefano Saracchi: secondo le loro stime, ben l'85% dei punti vendita generalisti (bar e tabacchi) sedenti nella Regione Lazio saranno estromessi dal mercato di gioco legale, mentre la percentuale è ancora superiore per le sale specializzate in scommesse e slot, poiché raggiungerà il 91%.
La situazione sarà drammatica a Roma Capitale, come noto caratterizzata dalla presenza capillare di chiese: secondo l'Eurispes, il 99,3% del territorio capitolino non è insediabile per le attività di gioco, alle quali rimane un misero 0,7%.
Su questi numeri, qualche mese fa, era intervenuto l'avvocato Geronimo Cardia in occasione di un webinar sul riordino del gioco pubblico promosso da Avviso Pubblico e Fondazione Adventum, sottolineando come un divieto così estremo tendesse sostanzialmente a una eradicazione del gioco legale dal territorio, riportando la situazione a oltre vent'anni fa, con un rischio concreto di un'espansione dell'offerta di gioco illegale.
La migrazione non sarà solo verso il canale online, il pericolo è il gioco illegale
Il provvedimento in questione andrà a incidere sul solo gioco fisico e non sul comparto online, che presumibilmente guadagnerà un incremento di giocatori: purtroppo però non saranno soltanto i casinò online AAMS/ADM a vedere accresciute le proprie fila di utenti, ma c'è il più che fondato rischio di un aumento dell'offerta di gioco illegale e di un massivo spostamento di utenti nel canale illecito. Non tutti i giocatori ritengono, infatti, che il canale online sia una valida alternativa al gioco fisico e, con la chiusura di buona parte dei punti gioco legali, è altissima la probabilità di infiltrazioni criminali e di attività illecite, desiderose di andare a colmare il vuoto creatosi: un'analoga situazione era già stata riscontrata in occasione dei lockdown in seguito all'avvento della pandemia.
La posizione sopra riportata ed espressa dell'avvocato Cardia trova ampia condivisione nelle parole del Direttore dei giochi Saracchi, espresse qualche giorno fa in occasione di un convegno organizzato da CGIA di Mestre e As.Tro.: "le singole regioni hanno una podestà legislativa e ADM non può sostituirsi a loro. Possiamo però far comprendere gli effetti di queste decisioni; una norma che sembra tutelare l'aspetto sanitario potrebbe portare all'espulsione del gioco legale e quindi all'aumento dell'illegalità".
Anche i lavoratori del settore ne pagheranno le conseguenze: stimata la perdita di 12.400 posti di lavoro
La dilatazione dell'offerta illegale non è il solo tragico rischio: gli esercizi che pagheranno le conseguenze di queste restrizioni saranno 4.650 su 5.368 totali, con una conseguente potenziale perdita di 12.400 posti di lavoro (5.100 in bar e tabaccherie e 7.300 nei punti specializzati). Senza contare la proiezione del calo del gettito erariale, nella misura di 900 milioni di euro.
Il Presidente del Sindacato Totoricevitori Giorgio Pastorino afferma che "Le awp e le videolotteries valgono tra il 20 e il 25% del fatturato. Capiamo la posizione degli Enti locali, siamo anche disponibili a un compromesso, ma senza quel fatturato le nostre aziende, molte a conduzione familiare, rischiano di dover tagliare il personale".
Il Lazio è solo il primo in cui entreranno in vigore questi provvedimenti, insieme alla provincia autonoma di Trento: seguirà la Calabria da dicembre e poi a ruota diverse altre regioni dal 2023 in poi.
Un tentativo in extremis è stato effettuato dal Sottosegretario al MEF Federico Freni, il quale ha scritto al Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, per invitarlo a congelare le normative regionali sui distanziometri in attesa dell'entrata in vigore della Legge Delega sul gioco pubblico. La normativa, che si prefigge di riuscire a riordinare questo travagliato settore, si propone anche di introdurre un'uniformità normativa al momento assente, pur salvaguardando le discipline introdotte a livello locale che risultino coerenti con i principi delle norme di attuazione del riordino.