L’ultimo rapporto Young Peopole and Gambling evidenzia una lacuna educativa dietro all’accesso degli under 18 ai giochi d’azzardo.
C’è la necessità di un approccio più incisivo, proattivo e maggiormente collaborativo per proteggere i giovani dal gioco. Questa è la direttiva della Gambling Commission, che si è concentrata sul rapporto tra minorenni e tipologie d’azzardo che ricadono al di fuori del suo controllo regolamentare: le scommesse tra gli amici, i gratta e vinci acquistati dai genitori, le slot machine nei bar e nei locali pubblici.
E il rapporto Young People and Gambling di quest’anno è tutt’altro che rassicurante. Stando ai suoi dati, si rivela che la partecipazione al gioco d’azzardo dei ragazzi tra i 11 a 16 anni è aumentata negli ultimi 12 mesi, pur rimanendo inferiore rispetto a tutti gli anni precedenti. Il nodo della questione è però sempre lo stesso: sempre più bambini sono a rischio di essere danneggiati dal gioco d’azzardo.
Tra i risultati chiave del rapporto, ci sono questi dati:
- Scommesse private per soldi con amici (6%), gratta e vinci della Lotteria Nazionale (4%), slot machine (3%) e giochi a carte con gli amici (3%) sono tra le tipologie d’azzardo più usate dagli under18, senza che il controllo centrale possa intervenire fattivamente.
- Quasi 20€ di media la spesa settimanale dei giovani che hanno giocato in questo periodo.
- 39% dei ragazzi tra gli 11 e 16 anni ha speso, negli ultimi 12 mesi, i propri soldi per il gioco d’azzardo mentre il 6% ha giocato online utilizzando l’account di un genitore, tutore o di un amico maggiorenne.
- Il 31% non ha mai aperto loot boxes in un gioco o un’app per computer, per cercare di acquisire oggetti di gioco, mentre il 3% dichiara di non aver mai scommesso con oggetti in-game (il cosiddetto gioco delle “skin”).
- Più della metà dei ragazzi, pari al 59%, concorda sulla pericolosità del gioco d’azzardo e solo il 14% è d’accordo sul fatto che sia giusto per qualcuno della loro età giocare d’azzardo.
Quello che più preoccupa è come il dato dei ragazzi tra 11 e 16 che scommettono sia salito dal 12% del 2017 al 14% di oggi. La percentuale più alta rispetto alle altre dipendenze: il 13% ammette di aver bevuto alcolici, il 4% di aver fumato sigarette e solo il 2% aver preso droghe illegali. Tra i giovani ben l’1,7% è considerato “scommettitore problematico” e il 2,2% come soggetto a rischio”.
Ecco allora decisivo diventa il ruolo dei genitori. Solo la metà degli intervistati ha affermato che qualcuno ha parlato con loro dei problemi che il gioco d’azzardo può comportare, e la conversazione solo nel 40% dei casi si svolge con un genitore, o per il 21% con un insegnante. Nel campione analizzato, è il 19% a dichiarare che i suoi genitori hanno stabilito regole severe sul gioco d’azzardo senza negoziazione.
Agli inizi di novembre la Commissione sul Gambling ha invitato l’industria dei pubs e dei bar a intervenire con urgenza sull’accesso alle slot degli under18, visti i gravi insuccessi dei sistemi che impediscono loro di accedervi.
Ma non basta solo questo. Il lavoro da fare è senza dubbio istituzionale e pubblico, ma soprattutto privato, famigliare, educativo. E la strada è assolutamente in salita.