Sapar, Associazione nazionale gestori gioco d'azzardo, ha recentemente fatto uscire una nota in cui si è scagliata contro i pregiudizi di cui è vittima il gioco d'azzardo legale. Lo spunto è arrivato dalla pubblicazione de Il libro nero dell'azzardo da parte di Federconsumatori e Cgil.
Gli errori del Libro nero sull'azzardo
Nella nota pubblicata, Sapar ha evidenziato gli errori più comuni contenuti all’interno de Il Libro nero dell'azzardo. In particolare, ha sottolineato alcune storture presenti nel report.
Il primo e più evidente errore è paragonare i 150 miliardi di raccolta del gioco d'azzardo alla spesa alimentare degli italiani. Si tratta di un errore di concetto poiché la raccolta totale non va confusa con la spesa effettiva. Con raccolta si intende l'ammontare complessivo delle puntate effettuate da tutti i giocatori. La spesa corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra raccolta e vincite. Semplificando: se un giocatore ha un budget di 100 euro, ne vince 200 netti e li rigioca tutti, non avrà perso 300 euro, ma solo 100 che, dunque, è la spesa effettiva sostenuta.
Altra informazione che viene giudicata fuorviante è quella in cui si dichiara che «gli italiani hanno perso 22 miliardi nel gioco nel 2023». Questo, si legge, non è vero, dato che dei 22 miliardi, «oltre la metà va all'Erario, contribuendo quindi al bene collettivo. Considerarli quindi tutti persi è un ‘azzardo’».
Infine, ci sono altri due falsi miti che la nota punta a sfatare. Il primo è quello in cui si afferma che «Nel 2023 ogni italiano tra i 18 ed i 74 anni ha “investito” nell’azzardo online 1.926 euro». Questo è falso perché, considerando la vera spesa, data dalla raccolta meno le vincite, la cifra scende a 81 euro annuali. Il secondo falso mito è quello che afferma che in città come Messina, Palermo e Siracusa sono stati spesi 3.200 euro l’anno al gioco per ogni residente, tra i 18 ed i 74 anni, nel 2023. Anche qui si fa confusione tra raccolta e spesa.
Altri falsi miti sul gioco d'azzardo in Italia
Ciò che la nota del Sapar vuole mettere in evidenza è come l'azzardo venga trattato come il male assoluto, al punto da affermare che gli stessi studi sull'azzardo siano fuorvianti e svolti da parti interessate, nonostante gli enti che svolgono questi studi (come Eurispes, Censis, Istituto Friedman, Università Luiss) abbiano una reputazione al di là di ogni sospetto.
Sapar sottolinea anche la cattiva informazione soprattutto sul gioco minorile. Infatti, quando vengono diffusi dati che affermano come «il Il 43% dei maschi tra i 14 e i 18 anni ha acquistato un Gratta e Vinci e quasi il 50% ha giocato almeno una volta in una sala slot» si parla di numeri enormi. Di fatto si afferma che 1.5 milioni di minorenni hanno commesso un illecito senza contare gli esercenti che hanno permesso di acquistare giochi d'azzardo o di giocare ad una slot.
Lo stesso criterio vale per il gioco online. Aprire un conto su un qualsiasi casinò online AAMS per un minorenne non è semplice come lo si fa apparire perché i casinò chiedono determinate garanzie per registrare un nuovo utente come il controllo del documento di identità e codice fiscale. Quindi sarebbe come affermare che i minorenni utilizzano documenti falsi o rubano documenti ai propri genitori. Inoltre, per poter caricare soldi su un conto o prelevare denaro vengono chieste determinate garanzie che un minorenne non può offrire.
La conclusione è inevitabile: in mezzo a tanti falsi miti, l'azzardo si trova demonizzato, quando dovrebbe essere invece aiutato, in quanto risulta una industria proficua per lo Stato. Ciò che sarebbe necessaria è una riforma dell'azzardo a livello nazionale per uniformare le varie leggi regionali che non fanno altro che creare confusione.